Progettazione

Lavorare sui punti di forza

2012 TN, Campodenno, Castel Belasi, in corso

Lavori di restauro e recupero del compendio di Castel Belasi

E’ un’ampia fortificazione pluristratificata, articolata in una serie di circuiti difensivi concentrici, interrotti da sistemi fortificati di accesso, dei quali la cortina sommitale, elemento principale, frutto di un complesso  processo di crescita e modificazione, le cui tracce risultano in alcuni casi ancora ben riconoscibili sulle superfici murarie, cinge un denso aggregato di differenti corpi di fabbrica spesso in addosso alla parte interna della cortina stessa. Tali edifici, di differenti periodi storici e sistematicamente trasformati ed adattati, si organizzano in due distinti nuclei principali: quello centro settentrionale, costituito dalla torre principale del complesso, il mastio, dagli edifici ad essa addossati e dal complesso degli edifici settentrionali interni, ed in un solo caso esterni, alla cinta sommitale, che costituiscono il nucleo insediativo più antico del castello e che hanno tutti mantenuto nel tempo una funzione residenziale; quello meridionale, più tardo del precedente, addossato ai perimetrali sud-orientali e meridionali della cortina sommitale, che ebbero storicamente una funzione prevalentemente “rustica”. Tale gruppo di edifici, anch’essi cronologicamente disomogenei e frutto di processi edificatori e di trasformazione stratificati, pur presentando una parentesi residenziale testimoniata dalle ampie finestre del primo e del secondo livello, riacquisì e mantenne, fino alla defunzionalizzazione novecentesca del complesso, funzioni agricole e rurali.
I corpi residenziali centrali e settentrionali, con l’intervento di restauro, acquisiscono una destinazione d’uso pubblica a sede espositiva, culturale, di rappresentanza comunale, mentre i corpi rustici meridionali sono destinati all’accoglienza turistica.
Gli interventi sulle mura di fortificazione sommitale riguardano l’intera cortina difensiva, ad esclusione delle porzioni sommitali già oggetto di un intervento di somma urgenza, gli apparati a sporgere (bertesche), e le porte di accesso.
Gli interventi progettati sono tutti finalizzati al massimo recupero ed alla massima valorizzazione delle preesistenze storico-monumentali, anche se solo residuali, ed intendono garantire la conservazione futura del bene e favorire la fruizione e la comprensione del patrimonio conservato:  l’esecuzione degli interventi è, infatti, impostata su tali finalità.
Il progetto si fonda su un’accurata analisi del manufatto e delle sue strutture funzionali per  individuarne i punti di forza, le particolarità, le modificazioni succedutesi, nonché le vicende che hanno ridotto lo spessore storico-monumentale del complesso o compromesso l’unità  architettonico-funzionale. L’attività di progettazione ha perciò preso avvio dal riconoscimento del grande valore storico che l’architettura pluristratificata del castello offriva nella sua formazione diacronica, rifiutando a priori ogni tentazione di accontentarsi di raggiungere, nel recupero, una sola “estetica di superficie”, o di limitarsi a considerare i corpi di fabbrica del complesso quali meri volumi edilizi.
In coerenza con il distributivo originale, si sono ripristinati anche elementi funzionali non conservati, sulla base delle esigenze e delle destinazioni d’uso, nel rispetto del patrimonio esistente e al fine di valorizzare il sito attraverso l’apertura al pubblico e l’accoglienza dei visitatori che, nei corpi rustici meridionali del complesso, è di tipo  extra-alberghiero.
Il progetto ha inoltre perseguito la massima flessibilità distributiva, per rispondere, con minimo impegno economico, a future variazione delle esigenze funzionali cui l’opera è destinata.
E’ stato perseguito il recupero di quei caratteri costituenti lo spessore monumentale del complesso, quindi la capacità di trasmissione della  memoria storica.
L’intervento ha previsto l’utilizzo di materiali e metodologie compatibili che garantiscono la valorizzazione della struttura e non ne diminuiscono il valore edilizio e monumentale.
Tutti i materiali incompatibili inseriti nel complesso nel corso delle sue trasformazioni sono stati  sostituiti con altri di adeguata compatibilità. Sono perciò stati adottati una serie di materiali e di tipologie che, rifuggendo la riproposizione “in stile” di elementi per i quali manca, anche a livello storico-iconografico, qualunque riferimento, mantenessero saldo il principio della riconoscibilità dei nuovi elementi rispetto agli antichi.

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2009 PD, Galliera Veneta, Villa Imperiale
Progettazione

Progettazione

L’intervento prevede il restauro e la riqualificazione del piano terreno della porzione occidentale, con destinazione d’uso pubblico-comunale a museo, biblioteca e centro cult...() Approfondisci

2003 PD, Padova, Basilica S. Giustina,museo
Progettazione

Progettazione

Intervento di recupero e musealizzazione delle porzioni paleocristiane e medievali del complesso. Realizzazione di un percorso interno di visita. ...() Approfondisci

2007 PD, Padova, Basilica S. Giustina, coro vecchio
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Progettazione

Restauro conservativo degli intonaci, degli affreschi, del coro ligneo ed adeguamento impiantistico dell’edificio medioevale denominato ’coro vecchio’ ...() Approfondisci

2003 PI, Volterra, S.M. Assunta, Pal. Vescovile, museo
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Restauro conservativo e di consolidamento della cattedrale di Santa maria Assunta, del Battistero e del Palazzo Vescovile, Realizzazione del nuovo museo diocesano, Volterra (P...() Approfondisci

2014-2018 Villa Contarini
Progetto di restauro (non realizzato)

Progetto di restauro (non realizzato)

Il progetto si fonda su una analisi diretta dello stato di fatto che ha consentito di individuare le principali patologie presenti, riconoscere i processi degenerativi in esse...() Approfondisci

…io credo soltanto nella iniziativa senza aggettivi, nella iniziativa di tutti. È l’iniziativa che crea la ricchezza, che aumenta il reddito, che apre nuovi posti di lavoro, che stimola il benessere di tutto il paese. Ho l’impressione che in Italia ci sia del lavoro per tutti; un lavoro immenso e che il nostro sia il campo probabilmente più importante, in cui gli scienziati, i tecnici, gli uomini responsabili del nostro devono interessarsi.

Enrico Mattei. San Donato Milanese (Metanopoli) 1 gennaio 1958. Discorso per l’inaugurazione della Scuola di Studi superiori sugli Idrocarburi

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2012 TN, Campodenno, Castel Belasi, in corso

Lavori di restauro e recupero del compendio di Castel Belasi

E’ un’ampia fortificazione pluristratificata, articolata in una serie di circuiti difensivi concentrici, interrotti da sistemi fortificati di accesso, dei quali la cortina sommitale, elemento principale, frutto di un complesso  processo di crescita e modificazione, le cui tracce risultano in alcuni casi ancora ben riconoscibili sulle superfici murarie, cinge un denso aggregato di differenti corpi di fabbrica spesso in addosso alla parte interna della cortina stessa. Tali edifici, di differenti periodi storici e sistematicamente trasformati ed adattati, si organizzano in due distinti nuclei principali: quello centro settentrionale, costituito dalla torre principale del complesso, il mastio, dagli edifici ad essa addossati e dal complesso degli edifici settentrionali interni, ed in un solo caso esterni, alla cinta sommitale, che costituiscono il nucleo insediativo più antico del castello e che hanno tutti mantenuto nel tempo una funzione residenziale; quello meridionale, più tardo del precedente, addossato ai perimetrali sud-orientali e meridionali della cortina sommitale, che ebbero storicamente una funzione prevalentemente “rustica”. Tale gruppo di edifici, anch’essi cronologicamente disomogenei e frutto di processi edificatori e di trasformazione stratificati, pur presentando una parentesi residenziale testimoniata dalle ampie finestre del primo e del secondo livello, riacquisì e mantenne, fino alla defunzionalizzazione novecentesca del complesso, funzioni agricole e rurali.
I corpi residenziali centrali e settentrionali, con l’intervento di restauro, acquisiscono una destinazione d’uso pubblica a sede espositiva, culturale, di rappresentanza comunale, mentre i corpi rustici meridionali sono destinati all’accoglienza turistica.
Gli interventi sulle mura di fortificazione sommitale riguardano l’intera cortina difensiva, ad esclusione delle porzioni sommitali già oggetto di un intervento di somma urgenza, gli apparati a sporgere (bertesche), e le porte di accesso.
Gli interventi progettati sono tutti finalizzati al massimo recupero ed alla massima valorizzazione delle preesistenze storico-monumentali, anche se solo residuali, ed intendono garantire la conservazione futura del bene e favorire la fruizione e la comprensione del patrimonio conservato:  l’esecuzione degli interventi è, infatti, impostata su tali finalità.
Il progetto si fonda su un’accurata analisi del manufatto e delle sue strutture funzionali per  individuarne i punti di forza, le particolarità, le modificazioni succedutesi, nonché le vicende che hanno ridotto lo spessore storico-monumentale del complesso o compromesso l’unità  architettonico-funzionale. L’attività di progettazione ha perciò preso avvio dal riconoscimento del grande valore storico che l’architettura pluristratificata del castello offriva nella sua formazione diacronica, rifiutando a priori ogni tentazione di accontentarsi di raggiungere, nel recupero, una sola “estetica di superficie”, o di limitarsi a considerare i corpi di fabbrica del complesso quali meri volumi edilizi.
In coerenza con il distributivo originale, si sono ripristinati anche elementi funzionali non conservati, sulla base delle esigenze e delle destinazioni d’uso, nel rispetto del patrimonio esistente e al fine di valorizzare il sito attraverso l’apertura al pubblico e l’accoglienza dei visitatori che, nei corpi rustici meridionali del complesso, è di tipo  extra-alberghiero.
Il progetto ha inoltre perseguito la massima flessibilità distributiva, per rispondere, con minimo impegno economico, a future variazione delle esigenze funzionali cui l’opera è destinata.
E’ stato perseguito il recupero di quei caratteri costituenti lo spessore monumentale del complesso, quindi la capacità di trasmissione della  memoria storica.
L’intervento ha previsto l’utilizzo di materiali e metodologie compatibili che garantiscono la valorizzazione della struttura e non ne diminuiscono il valore edilizio e monumentale.
Tutti i materiali incompatibili inseriti nel complesso nel corso delle sue trasformazioni sono stati  sostituiti con altri di adeguata compatibilità. Sono perciò stati adottati una serie di materiali e di tipologie che, rifuggendo la riproposizione “in stile” di elementi per i quali manca, anche a livello storico-iconografico, qualunque riferimento, mantenessero saldo il principio della riconoscibilità dei nuovi elementi rispetto agli antichi.

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2009 PD, Galliera Veneta, Villa Imperiale
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L’intervento prevede il restauro e la riqualificazione del piano terreno della porzione occidentale, con destinazione d’uso pubblico-comunale a museo, biblioteca e centro cult...() Approfondisci

2003 PD, Padova, Basilica S. Giustina,museo
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Intervento di recupero e musealizzazione delle porzioni paleocristiane e medievali del complesso. Realizzazione di un percorso interno di visita. ...() Approfondisci

2007 PD, Padova, Basilica S. Giustina, coro vecchio
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Restauro conservativo degli intonaci, degli affreschi, del coro ligneo ed adeguamento impiantistico dell’edificio medioevale denominato ’coro vecchio’ ...() Approfondisci

2003 PI, Volterra, S.M. Assunta, Pal. Vescovile, museo
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Restauro conservativo e di consolidamento della cattedrale di Santa maria Assunta, del Battistero e del Palazzo Vescovile, Realizzazione del nuovo museo diocesano, Volterra (P...() Approfondisci

2014-2018 Villa Contarini
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Il progetto si fonda su una analisi diretta dello stato di fatto che ha consentito di individuare le principali patologie presenti, riconoscere i processi degenerativi in esse...() Approfondisci

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E’ un’ampia fortificazione pluristratificata, articolata in una serie di circuiti difensivi concentrici, interrotti da sistemi fortificati di accesso, dei quali la cortina sommitale, elemento principale, frutto di un complesso  processo di crescita e modificazione, le cui tracce risultano in alcuni casi ancora ben riconoscibili sulle superfici murarie, cinge un denso aggregato di differenti corpi di fabbrica spesso in addosso alla parte interna della cortina stessa. Tali edifici, di differenti periodi storici e sistematicamente trasformati ed adattati, si organizzano in due distinti nuclei principali: quello centro settentrionale, costituito dalla torre principale del complesso, il mastio, dagli edifici ad essa addossati e dal complesso degli edifici settentrionali interni, ed in un solo caso esterni, alla cinta sommitale, che costituiscono il nucleo insediativo più antico del castello e che hanno tutti mantenuto nel tempo una funzione residenziale; quello meridionale, più tardo del precedente, addossato ai perimetrali sud-orientali e meridionali della cortina sommitale, che ebbero storicamente una funzione prevalentemente “rustica”. Tale gruppo di edifici, anch’essi cronologicamente disomogenei e frutto di processi edificatori e di trasformazione stratificati, pur presentando una parentesi residenziale testimoniata dalle ampie finestre del primo e del secondo livello, riacquisì e mantenne, fino alla defunzionalizzazione novecentesca del complesso, funzioni agricole e rurali.
I corpi residenziali centrali e settentrionali, con l’intervento di restauro, acquisiscono una destinazione d’uso pubblica a sede espositiva, culturale, di rappresentanza comunale, mentre i corpi rustici meridionali sono destinati all’accoglienza turistica.
Gli interventi sulle mura di fortificazione sommitale riguardano l’intera cortina difensiva, ad esclusione delle porzioni sommitali già oggetto di un intervento di somma urgenza, gli apparati a sporgere (bertesche), e le porte di accesso.
Gli interventi progettati sono tutti finalizzati al massimo recupero ed alla massima valorizzazione delle preesistenze storico-monumentali, anche se solo residuali, ed intendono garantire la conservazione futura del bene e favorire la fruizione e la comprensione del patrimonio conservato:  l’esecuzione degli interventi è, infatti, impostata su tali finalità.
Il progetto si fonda su un’accurata analisi del manufatto e delle sue strutture funzionali per  individuarne i punti di forza, le particolarità, le modificazioni succedutesi, nonché le vicende che hanno ridotto lo spessore storico-monumentale del complesso o compromesso l’unità  architettonico-funzionale. L’attività di progettazione ha perciò preso avvio dal riconoscimento del grande valore storico che l’architettura pluristratificata del castello offriva nella sua formazione diacronica, rifiutando a priori ogni tentazione di accontentarsi di raggiungere, nel recupero, una sola “estetica di superficie”, o di limitarsi a considerare i corpi di fabbrica del complesso quali meri volumi edilizi.
In coerenza con il distributivo originale, si sono ripristinati anche elementi funzionali non conservati, sulla base delle esigenze e delle destinazioni d’uso, nel rispetto del patrimonio esistente e al fine di valorizzare il sito attraverso l’apertura al pubblico e l’accoglienza dei visitatori che, nei corpi rustici meridionali del complesso, è di tipo  extra-alberghiero.
Il progetto ha inoltre perseguito la massima flessibilità distributiva, per rispondere, con minimo impegno economico, a future variazione delle esigenze funzionali cui l’opera è destinata.
E’ stato perseguito il recupero di quei caratteri costituenti lo spessore monumentale del complesso, quindi la capacità di trasmissione della  memoria storica.
L’intervento ha previsto l’utilizzo di materiali e metodologie compatibili che garantiscono la valorizzazione della struttura e non ne diminuiscono il valore edilizio e monumentale.
Tutti i materiali incompatibili inseriti nel complesso nel corso delle sue trasformazioni sono stati  sostituiti con altri di adeguata compatibilità. Sono perciò stati adottati una serie di materiali e di tipologie che, rifuggendo la riproposizione “in stile” di elementi per i quali manca, anche a livello storico-iconografico, qualunque riferimento, mantenessero saldo il principio della riconoscibilità dei nuovi elementi rispetto agli antichi.

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E’ un’ampia fortificazione pluristratificata, articolata in una serie di circuiti difensivi concentrici, interrotti da sistemi fortificati di accesso, dei quali la cortina sommitale, elemento principale, frutto di un complesso  processo di crescita e modificazione, le cui tracce risultano in alcuni casi ancora ben riconoscibili sulle superfici murarie, cinge un denso aggregato di differenti corpi di fabbrica spesso in addosso alla parte interna della cortina stessa. Tali edifici, di differenti periodi storici e sistematicamente trasformati ed adattati, si organizzano in due distinti nuclei principali: quello centro settentrionale, costituito dalla torre principale del complesso, il mastio, dagli edifici ad essa addossati e dal complesso degli edifici settentrionali interni, ed in un solo caso esterni, alla cinta sommitale, che costituiscono il nucleo insediativo più antico del castello e che hanno tutti mantenuto nel tempo una funzione residenziale; quello meridionale, più tardo del precedente, addossato ai perimetrali sud-orientali e meridionali della cortina sommitale, che ebbero storicamente una funzione prevalentemente “rustica”. Tale gruppo di edifici, anch’essi cronologicamente disomogenei e frutto di processi edificatori e di trasformazione stratificati, pur presentando una parentesi residenziale testimoniata dalle ampie finestre del primo e del secondo livello, riacquisì e mantenne, fino alla defunzionalizzazione novecentesca del complesso, funzioni agricole e rurali.
I corpi residenziali centrali e settentrionali, con l’intervento di restauro, acquisiscono una destinazione d’uso pubblica a sede espositiva, culturale, di rappresentanza comunale, mentre i corpi rustici meridionali sono destinati all’accoglienza turistica.
Gli interventi sulle mura di fortificazione sommitale riguardano l’intera cortina difensiva, ad esclusione delle porzioni sommitali già oggetto di un intervento di somma urgenza, gli apparati a sporgere (bertesche), e le porte di accesso.
Gli interventi progettati sono tutti finalizzati al massimo recupero ed alla massima valorizzazione delle preesistenze storico-monumentali, anche se solo residuali, ed intendono garantire la conservazione futura del bene e favorire la fruizione e la comprensione del patrimonio conservato:  l’esecuzione degli interventi è, infatti, impostata su tali finalità.
Il progetto si fonda su un’accurata analisi del manufatto e delle sue strutture funzionali per  individuarne i punti di forza, le particolarità, le modificazioni succedutesi, nonché le vicende che hanno ridotto lo spessore storico-monumentale del complesso o compromesso l’unità  architettonico-funzionale. L’attività di progettazione ha perciò preso avvio dal riconoscimento del grande valore storico che l’architettura pluristratificata del castello offriva nella sua formazione diacronica, rifiutando a priori ogni tentazione di accontentarsi di raggiungere, nel recupero, una sola “estetica di superficie”, o di limitarsi a considerare i corpi di fabbrica del complesso quali meri volumi edilizi.
In coerenza con il distributivo originale, si sono ripristinati anche elementi funzionali non conservati, sulla base delle esigenze e delle destinazioni d’uso, nel rispetto del patrimonio esistente e al fine di valorizzare il sito attraverso l’apertura al pubblico e l’accoglienza dei visitatori che, nei corpi rustici meridionali del complesso, è di tipo  extra-alberghiero.
Il progetto ha inoltre perseguito la massima flessibilità distributiva, per rispondere, con minimo impegno economico, a future variazione delle esigenze funzionali cui l’opera è destinata.
E’ stato perseguito il recupero di quei caratteri costituenti lo spessore monumentale del complesso, quindi la capacità di trasmissione della  memoria storica.
L’intervento ha previsto l’utilizzo di materiali e metodologie compatibili che garantiscono la valorizzazione della struttura e non ne diminuiscono il valore edilizio e monumentale.
Tutti i materiali incompatibili inseriti nel complesso nel corso delle sue trasformazioni sono stati  sostituiti con altri di adeguata compatibilità. Sono perciò stati adottati una serie di materiali e di tipologie che, rifuggendo la riproposizione “in stile” di elementi per i quali manca, anche a livello storico-iconografico, qualunque riferimento, mantenessero saldo il principio della riconoscibilità dei nuovi elementi rispetto agli antichi.

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L’intervento prevede il restauro e la riqualificazione del piano terreno della porzione occidentale, con destinazione d’uso pubblico-comunale a museo, biblioteca e centro cult...() Approfondisci

2003 PD, Padova, Basilica S. Giustina,museo
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Intervento di recupero e musealizzazione delle porzioni paleocristiane e medievali del complesso. Realizzazione di un percorso interno di visita. ...() Approfondisci

2007 PD, Padova, Basilica S. Giustina, coro vecchio
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Restauro conservativo degli intonaci, degli affreschi, del coro ligneo ed adeguamento impiantistico dell’edificio medioevale denominato ’coro vecchio’ ...() Approfondisci

2003 PI, Volterra, S.M. Assunta, Pal. Vescovile, museo
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Noi siamo come dei nani sulle spalle dei giganti. Vediamo quindi un numero maggiore di cose degli antichi, perché essi ci sollevano e ci innalzano di tutta la loro gigantesca altezza.

Bernardo di Chartres

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E’ un’ampia fortificazione pluristratificata, articolata in una serie di circuiti difensivi concentrici, interrotti da sistemi fortificati di accesso, dei quali la cortina sommitale, elemento principale, frutto di un complesso  processo di crescita e modificazione, le cui tracce risultano in alcuni casi ancora ben riconoscibili sulle superfici murarie, cinge un denso aggregato di differenti corpi di fabbrica spesso in addosso alla parte interna della cortina stessa. Tali edifici, di differenti periodi storici e sistematicamente trasformati ed adattati, si organizzano in due distinti nuclei principali: quello centro settentrionale, costituito dalla torre principale del complesso, il mastio, dagli edifici ad essa addossati e dal complesso degli edifici settentrionali interni, ed in un solo caso esterni, alla cinta sommitale, che costituiscono il nucleo insediativo più antico del castello e che hanno tutti mantenuto nel tempo una funzione residenziale; quello meridionale, più tardo del precedente, addossato ai perimetrali sud-orientali e meridionali della cortina sommitale, che ebbero storicamente una funzione prevalentemente “rustica”. Tale gruppo di edifici, anch’essi cronologicamente disomogenei e frutto di processi edificatori e di trasformazione stratificati, pur presentando una parentesi residenziale testimoniata dalle ampie finestre del primo e del secondo livello, riacquisì e mantenne, fino alla defunzionalizzazione novecentesca del complesso, funzioni agricole e rurali.
I corpi residenziali centrali e settentrionali, con l’intervento di restauro, acquisiscono una destinazione d’uso pubblica a sede espositiva, culturale, di rappresentanza comunale, mentre i corpi rustici meridionali sono destinati all’accoglienza turistica.
Gli interventi sulle mura di fortificazione sommitale riguardano l’intera cortina difensiva, ad esclusione delle porzioni sommitali già oggetto di un intervento di somma urgenza, gli apparati a sporgere (bertesche), e le porte di accesso.
Gli interventi progettati sono tutti finalizzati al massimo recupero ed alla massima valorizzazione delle preesistenze storico-monumentali, anche se solo residuali, ed intendono garantire la conservazione futura del bene e favorire la fruizione e la comprensione del patrimonio conservato:  l’esecuzione degli interventi è, infatti, impostata su tali finalità.
Il progetto si fonda su un’accurata analisi del manufatto e delle sue strutture funzionali per  individuarne i punti di forza, le particolarità, le modificazioni succedutesi, nonché le vicende che hanno ridotto lo spessore storico-monumentale del complesso o compromesso l’unità  architettonico-funzionale. L’attività di progettazione ha perciò preso avvio dal riconoscimento del grande valore storico che l’architettura pluristratificata del castello offriva nella sua formazione diacronica, rifiutando a priori ogni tentazione di accontentarsi di raggiungere, nel recupero, una sola “estetica di superficie”, o di limitarsi a considerare i corpi di fabbrica del complesso quali meri volumi edilizi.
In coerenza con il distributivo originale, si sono ripristinati anche elementi funzionali non conservati, sulla base delle esigenze e delle destinazioni d’uso, nel rispetto del patrimonio esistente e al fine di valorizzare il sito attraverso l’apertura al pubblico e l’accoglienza dei visitatori che, nei corpi rustici meridionali del complesso, è di tipo  extra-alberghiero.
Il progetto ha inoltre perseguito la massima flessibilità distributiva, per rispondere, con minimo impegno economico, a future variazione delle esigenze funzionali cui l’opera è destinata.
E’ stato perseguito il recupero di quei caratteri costituenti lo spessore monumentale del complesso, quindi la capacità di trasmissione della  memoria storica.
L’intervento ha previsto l’utilizzo di materiali e metodologie compatibili che garantiscono la valorizzazione della struttura e non ne diminuiscono il valore edilizio e monumentale.
Tutti i materiali incompatibili inseriti nel complesso nel corso delle sue trasformazioni sono stati  sostituiti con altri di adeguata compatibilità. Sono perciò stati adottati una serie di materiali e di tipologie che, rifuggendo la riproposizione “in stile” di elementi per i quali manca, anche a livello storico-iconografico, qualunque riferimento, mantenessero saldo il principio della riconoscibilità dei nuovi elementi rispetto agli antichi.

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L’intervento prevede il restauro e la riqualificazione del piano terreno della porzione occidentale, con destinazione d’uso pubblico-comunale a museo, biblioteca e centro cult...() Approfondisci

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Intervento di recupero e musealizzazione delle porzioni paleocristiane e medievali del complesso. Realizzazione di un percorso interno di visita. ...() Approfondisci

2007 PD, Padova, Basilica S. Giustina, coro vecchio
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Restauro conservativo degli intonaci, degli affreschi, del coro ligneo ed adeguamento impiantistico dell’edificio medioevale denominato ’coro vecchio’ ...() Approfondisci

2003 PI, Volterra, S.M. Assunta, Pal. Vescovile, museo
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Restauro conservativo e di consolidamento della cattedrale di Santa maria Assunta, del Battistero e del Palazzo Vescovile, Realizzazione del nuovo museo diocesano, Volterra (P...() Approfondisci

2014-2018 Villa Contarini
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Il progetto si fonda su una analisi diretta dello stato di fatto che ha consentito di individuare le principali patologie presenti, riconoscere i processi degenerativi in esse...() Approfondisci

…e sappiamo che facciamo solo il nostro dovere, che questo è il nostro compito e che dovremo fare molto di più, ma molto di più. Per questo facciamo assegnamento sui giovani, gli uomini di domani, che dovranno raccogliere la nostra bandiera ed andare avanti, nell’interesse del nostro Paese: affinché il nostro Paese possa contare qualche cosa domani, poiché non c’è indipendenza politica se non c’è indipendenza economica.

Enrico Mattei. San Donato Milanese (Metanopoli) 1 gennaio 1958. Discorso per l’inaugurazione della Scuola di Studi superiori sugli Idrocarburi